Bhaktapur, la Città dei Devoti

Patrimonio mondiale UNESCO, Bhaktapur è una testimonianza a cielo aperto della cultura newari e di come si presentava la valle di Kathmandu ai tempi medioevali.

Conosciuta anche col vecchio nome di Bhadgaon o Kwopa (in lingua newari), la città si trova a 1300 metri sul livello del mare, ed è raggiungibile dalla capitale in un’ora di autobus.

Noi abbiamo scelto un bus locale, con partenza da Bah Bazar, a circa 15 minuti di distanza dal Thamel. Si cammina oltre il Giardino dei Sogni e all’altezza della biblioteca (Kaiser Library) si gira a destra. Si prosegue dritto costeggiando i cancelli del parco cittadino che porta verso la Torre dell’Orologio, ci si tiene sulla sinistra e si chiede ai passanti dov’è la traversa in cui si trovano i bus per Bhaktapur.

Qui il passaparola funziona meglio di qualsiasi mappa.

Ah, probabilmente sul bus qualcuno cercherà di proporsi come guida. Se preferite esplorare da soli la città, provate con un “No, thanks”.  Potrebbe volercene più di uno!

L’entrata è di 1500 rupie, e noi accediamo dalla Porta del Leone. Una grande strada lastricata porta verso Thaumadi Tole, una delle tre piazze principali.

Camminando tra i balconi newari, le antiche vasche, i palazzi, i barbieri improvvisati per strada vi sembrerà di essere catapultati nel passato della valle di Kathmandu. Qui ci facciamo tentare dal Juju Dhau (yogurth), la specialità del posto.

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Arrivati alla deviazione per Pottery Square, scendiamo verso destra, dove ci imbattiamo in un vero laboratorio di ceramica a cielo aperto. La grande piazza è colma di vasi lasciati ad asciugare al sole, signore in ogni angolo modellano e intagliano, nascosto c’è un uomo al torchio, nelle traverse i forni per la cottura e negozietti di prodotti pronti per la vendita.

Risalendo sulla via principale si giunge a Thaumadi Tole, dove si trovano due grandi templi. Il primo, dedicato alla dea Siddhi Lakshmi, con i suoi 30 metri è il più elevato edificio della valle. Si tratta del Nyatapola Temple, costruito su cinque piani e accessibile da una grande scalinata. Come in  molti altri edifici religiosi, l’interno è riservato ai sacerdoti.

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Dall’altra parte della piazza si trova un edificio a tre piani, il Bhairab Nat Temple, dedicato alla terribile incarnazione di Shiva, Bhairab, raffigurato da una statua di appena 15 centimentri.

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Lasciandoci il Nyatapola Temple sulla destra, proseguiamo per Durbar Square tra negozietti e vicoli. Qui si trova l’altra entrata alla città, e ciò che rimane dopo il terremoto del 2015 e quello ancora antecedente del 1934. Meglio conservata rispetto alla piazza principale di Kathmandu, ospita il Palazzo Reale, il Palazzo dalle 55 finestre, il Golden Gate, la National Gallery e templi disseminati nelle immediate prossimità.

Vicino alle porte della piazza, due raffigurazioni di Bhairab (incarnazione di Vishnu) e Ugrachandi (Durga, incarnazione della consorte Parvati) sono poste a protezione del luogo.

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Proseguendo ci perdiamo nel dedalo di vicoli per scoprire la quotidianità del posto. Bambini, anziani, templi, vita e anche morte. Ci imbattiamo in una cerimonia con maschere danzanti e tamburi a cui segue un sacrificio animale.

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Tornando indietro visitiamo la terza grande piazza, Dattatraya Square, dove si trova il tempio più antico della città.

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La città richiede una visita di almeno mezza giornata, e se si arriva con un bus locale meglio contarne una intera.

Ripercorrendo la strada a ritroso usciamo dalla Porta del Leone, e poco oltre prendiamo il nostro bus. Il prezzo del biglietto è di 25 rupie (all’andata erano 50, misteri nepalesi). Consiglio: appena siete alla vostra fermata lanciatevi giù perché decine di persone spingeranno per salire e sedersi! Sono rimasta mezza intrappolata più di una volta!!

Concludiamo la giornata di visita con una cena all’OR2K, l’ultima prima della partenza per New Dehli. In centro Thamel, è un ristorante molto carino dove si possono assaggiare specialità nepalesi e non. Il tutto in un’atmosfera rilassante, seduti su grandi cuscinoni e circondati da altri viaggiatori.

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