Si chiama Aiut e lavora al riad Naya in centro Marrakech. Giriamo un bel pò prima di trovarlo, tra le viuzze della medina. E’ lui che ci consiglia diverse esperienze da vivere in città, dal cibo all’hammam.
Per la cena ci tuffiamo nella piazza centrale, Djemaa El Fna. Il nostro primo cous cous dopo una settimana in Marocco. Si, perché il cous cous lo fanno ovunque. Ma in molti ristoranti, soprattutto fuori dalle rotte turistiche, bisognerà che lo prenotiate almeno due ore prima, per da tempo ai cuochi di prepararlo.
Un formicolare di banchetti, che servono piatti tipici e succhi di arancia, lumache, dolcetti di cocco e mandorle e l’immancabile the alla menta. Si lavora, si mangia, si gioca. C’è davvero di tutto: da chi ti rincorre per tatuarti un disegno all’hennè, a chi fa danzare i serpenti. C’è chi si improvvisa cantante o domatore di scimmiette. C’è chi gioca a carte per strada e chi scommette giocando alla pesca delle bottiglie. A tarda notte, si smonta tutto. Stenterete a riconoscere la piazza dalla sera al giorno dopo.
Il riad Naya ci offre un’abbondante colazione con omelette ed olive, abbinamento mattutino che abbiamo già avuto modo di assaggiare.
Oggi visitiamo la città. E’ il primo giorno di tutto il viaggio che non maciniamo chilometri, e non ci sembra vero. Palais de Bahia, con le sue 150 stanze (non spaventatevi, non sono tutte aperte al pubblico) e il suo harem è un esempio di decorazione incredibile. Piastrelle, soffitti dipinti, oro e azzurro a circondarvi da ogni parte.
La mosche di Koutoubia è accessibile solo ai musulmani, ma le sue mura vi faranno compagnia ovunque vi aggiriate nel centro di Marrakech. Il minareto è un buon punto di riferimento per non perdersi. E lo sono anche gli inviti alla preghiera del muezzin, che vi farà sentire il suo canto cinque volte al giorno.
Due cose non vanno tralasciate a Marrakech: l’hammam e un giro labirintico tra i souq.
Come leggerete sulle vostre guide, l‘hammam in Marocco prevede una separazione tra uomini e donne. Tutti quelli in cui vi sarà possibile entrare insieme, saranno inevitabilmente turistici. Noi ci siamo affidati al consiglio di Aiut, e abbiamo passato metà pomeriggio al Bain Bleu.
Il souq va visitato. E per visitarlo a dovere, bisogna perdersi.
Non vi preoccupate. Basterà chiedere per la piazza centrale, o far riferimento al minareto della moschea Koutoubia per ritrovare la strada.
Solo perdendovi finirete in un oceano di spezie colorate, asini e galline scorrazzanti. Solo perdendovi troverete anche i souq dove compra la gente del posto. E solo perdendovi troverete anche i mercati alimentari, quelli con uova e carne appesa ai ganci dei banchetti.
Forse non tutti gli odori e gli animali in mezzo alla strada che vedrete vi piaceranno, ma Marrakech è anche questo.