Sulla sponda del lago Ontario mi sono seduta e ho pianto.
Che invenzione stupida, le frontiere.
I confini, l’immigrato, l’emigrato, il clandestino, l’extracomunitario, il rifugiato, l’esiliato, il bianconerogiallolivastro. Tu sì, io no. Tu no, io sì.
Possibilità. Una chance. Dove sta il nostro diritto alla possibilità?
Questi tramonti sullo skyline fanno brutti scherzi.
L’orologio canadese è un tictac che accellera.
Tic
Tac
Tic Tac
TicTac
Tictactictactictactictactictac.
Sulla sponda del Lago Ontario capisco. Il tuo profilo grigio illuminarsi alle ultime luci del sole. Accetto il cambiamento.
Mi sono ritrovata?
Forse, un timido soffio alla volta, mi avvicino a chi sono.